In qualsiasi altro posto d’Italia la votazione unanime a favore della scelta della gestione pubblica,“in house”, da parte dei membri di un’assemblea che si trovasse a scegliere la forma di gestione del Servizio Idrico Integrato (S.I.I), verrebbe salutata, se non con brindisi e pasticcini, di certo con comunicati stampa e diffusione enfatica del risultato.
Ciò che, invece, stiamo assistendo in provincia di Ragusa ha dell’incredibile: lunedì 22 gennaio l’ATI di Ragusa, ovvero l’Assemblea Territoriale Idrica, rappresentata dai sindaci o loro delegati (con l’ennesima assenza, tra gli altri, del sindaco di Modica Ignazio Abbate), ha deliberato e messo a verbale la scelta della gestione pubblica dell’acqua. ma a quanto pare nessuno di loro ha pensato di darne comunicazione e nessuno ne ha parlato.
Insostenibili risulterebbero i paragoni con quanto accaduto per l’analoga scelta fatta nel 2007 a conclusione di una battaglia che vide protagonisti i cittadini di tutti i Comuni con in testa gli studenti.
Allora fu salutato da tutti come un grande risultato e ne parlarono anche i media nazionali.
Ricordiamo pure che purtroppo non è mai stato affidato il servizio e che si è proseguito con l’ATO e le gestioni autonome da parte dei singoli Comuni.
È pur vero che l’atmosfera che si respirava durante l’ultima seduta dell’ATI, nella sala giunta del Comune di Ragusa, dove si è riunita l’assemblea e dove erano presenti anche alcuni rappresentanti del nostro movimento, lasciava presagire una simile amorfa reazione.
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